Per la prima volta, nella storia delle Cooperatrici dell’Istituto delle Oblate Apostoliche Pro Sanctitate, si è tenuto il Convegno Internazionale, previsto dalle Costituzioni, che ci ha visto impegnate a Roma dall’ 08 al 10 Febbraio 2019.

Erano presenti la Coordinatrice Generale delle Cooperatrici, le Coordinatrici Nazionali dell’Italia, dell’India e degli Stati Uniti e le Delegate delle rispettive Nazioni.

Il tema del Convegno è stato La nostra identità di Cooperatrici nel mondo attuale.

Non ci conoscevamo, ma subito è apparso chiaro che il limite, costituito dalla lingua, non avrebbe rappresentato un intralcio, anche per la presenza di due membri del Consiglio Generale che traducevano in inglese ed in malayalam. Il desiderio di conoscersi per condividere il meglio di ciò che il Movimento, l’Istituto, le Cooperatrici, hanno fatto nascere nei luoghi di provenienza e di appartenenza, ma soprattutto il lavorare insieme per potere dare di più e meglio, al passo con i tempi, ma senza svilire il Carisma che il nostro Fondatore ci ha donato e lasciato, sono stati il motore trainante del Convegno e ne hanno fatto una ricchezza da tradurre in vita vissuta che diventa una realtà nei nostri ambienti di vita, di lavoro, nel cammino verso la Santità.

Abbiamo iniziato questo viaggio meraviglioso, attraverso i Continenti dove siamo presenti, chiedendo al nostro Fondatore di aiutarci in questo cammino, perché il dono vocazionale che abbiamo ricevuto, la chiamata universale alla Santità, possa diffondersi e rendere tutti partecipi della gioia del cuore che cambia la vita, gioia che scaturisce dal vivere secondo il Cuore di Dio, all’ombra della nostra Mamma della Fiducia che ci addita il Cuore del Figlio come strada da percorrere.

Ci siamo confrontate, mettendo a servizio tutto ciò che eravamo e portavamo nel cuore, le aspirazioni e le riflessioni che tutte le Cooperatrici, sparse nei vari Continenti, ci avevano affidato con le relazioni, frutto del lavoro e degli incontri avuti e meditati in vista di tale Convegno.

In quei giorni è emersa anche la semplicità delle relazioni interpersonali che, pur tenendo conto delle diversità di costumi, ambienti, culture, ha permesso che il desiderio di comunione e di famiglia divenisse tangibile.

Il legame profondo con tutto l’Istituto, che ci ha sostenuto attraverso la preghiera di tutte le Betanie, ci ha rafforzato nel desiderio di aumentare la comunione e la condivisione: quello che deve guidarci è sempre il Carisma, la Spiritualità, gli Scritti del Fondatore, la sua conoscenza anche per chi non ha avuto il dono di conoscerlo.

Negli Stati Uniti le distanze tra uno Stato e l’altro in cui le Cooperatrici sono presenti, sono un elemento da considerare, ma ciò non ha rappresentato un problema in vista del dialogo e del lavoro comune, così come la presenza di diverse etnie ha favorito la creazione di gruppi interculturali, sotto l’egida della Spiritualità Pro Sanctitate.

In India è molto forte la gratitudine all’Istituto per la formazione che dà alle Cooperatrici, che a loro volta la trasmettono ai fratelli. Inoltre, è molto significativa la presenza dei Sodales e degli Animatori Sociali: le Forze del Massimalismo hanno vari momenti di comunione e di crescita insieme, per essere a loro volta formatori delle coscienze.

In Lettonia la fede cristiana è molto forte, anche se risente sempre del dominio del Comunismo.

In Italia, come in America, India e Lettonia, la figura della Cooperatrice ha come proprium la santificazione nella e della propria famiglia naturale e l’attenzione alle altre famiglie, secondo l’1 + 1 che il nostro Fondatore ci ha insegnato.

Portare la famiglia nelle nostre realtà sociali, NON il contrario, portare la nostra vocazione di mogli e di madri, crescere nella relazione con Dio e farlo conoscere agli altri.

La Cooperatrice deve essere famiglia, deve aprire la famiglia, “essere dono per donarsi”.

Il nostro compito è operare, vivere la fedeltà contro l’infedeltà: l’antidoto ad ogni male del mondo è una profonda vita spirituale.

Le giornate del Convegno sono state scandite anche dalla presenza di forti momenti di preghiera comunitaria, sin dall’inizio della giornata con la S. Messa, dove nel calice, insieme al pane ed al vino, mettevamo tutte le nostre intenzioni, le intenzioni dell’istituto, del Movimento, della Chiesa, dei fratelli.

E a fine giornata, a conclusione dei lavori, di nuovo la preghiera, che era un Grazie per i doni di comunione che il Signore ci aveva elargito, per il lavoro fatto, per l’Amore ai nostri fratelli, oggetto della nostra vocazione. Nei momenti di condivisione a tavola, le famiglie di ciascuna di noi erano presenti nel cuore, nei racconti, nelle foto dei cellulari: sono sicura che in quei giorni le loro orecchie hanno fischiato in continuazione….

A conclusione del Convegno, forti dei doni ricevuti, della comunione vissuta, degli impegni presi per essere nel mondo Seminatrici di speranza, ci siamo lasciate con l’impegno di vivere pienamente il Carisma che il nostro Fondatore ci ha donato. Possiamo tutte abbracciare il Massimalismo e l’Amore Redentivo, mentre ci sforziamo di promuovere nelle nostre famiglie, nelle nostre relazioni sociali e nella società un mondo di tutti Santi, tutti Fratelli e Sorelle.

Affidiamo a Maria, Madre della Fiducia ed al nostro Fondatore, Padre Guglielmo, il TUTTO.

Maria Elisa Vitale