Se andassimo in giro a chiedere: “tu credi di avere l’anima?”, come ci risponderebbe la gente? Immagino gli sguardi sorpresi, fuggevoli, imbarazzati, ironici, deridenti…

Immagino i sorrisi sardonici o tremanti mentre dagli occhi, dagli atteggiamenti si leverebbe un pensiero muto, ma eloquente: “non sono domande da farsi!”.

Invece, continuo a credere che sono domande da farsi non solo nell’intimo segreto della propria coscienza, ma reciprocamente, quasi a provocarci, quasi a schiaffeggiarci, come si schiaffeggia chi è svenuto e deve riprendere i sensi.

Viviamo sotto anestesia! Dormiamo sereni e dispersi in questo frammento del tempo come se non ci riguardasse nulla di noi, del troppo poco che sappiamo ed è evidente e del molto altro che non conosciamo e che nasconde la nostra verità.

Se ponessimo questa domanda ad un bambino ci sorriderebbe disarmato e, riflettendo un attimo, ci guarderebbe dritto negli occhi e direbbe: “Sì”. I bambini non temono la verità che li mette a nudo e giocano con la loro anima ancora vergine lasciando che sia incisa dalla mano di Dio e dalla vita.

Attraversiamo il mondo come si attraversa un deserto, vivendo di miraggi, ma così lontani dal sentire il respiro delle nostre anime che, assetate, anelano all’acqua sorgiva.

Mi piacerebbe porre questa domanda all’umile operaio, al musicista, al poeta, al direttore di banca, alla casalinga, al sacerdote… ed anche a Putin, a Trump, al Parlamento Europeo, ai dittatori del continente africano, ai presidenti sudamericani, agli uomini che gestiscono le holding finanziarie.

Cosa risponderebbero?  E mentre penso questo mi viene alla mente quel versetto graffiante del Vangelo di Luca: “Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e divertiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio”. (Lc 12, 19-21)

Cosa vogliamo dire alla nostra anima immortale ed eterna? È una domanda importante che attende una risposta. Siamo così potenti da non avere nulla da dirle perché non abbiamo bisogno di lei? Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili. (Lc 1,52) Le nostre anime sfiorano l’eternità, ascoltano il vibrante canto della creazione, danzano all’armonia che diffonde l’amore di Dio, edificano, giorno dopo giorno, l’uomo nuovo che saremo; le nostre anime sono assetate di Dio … e fanno la differenza, scacciano da noi il nulla e ci consegnano alla Vita.

Loredana Reitano