Maria Francesca Ragusa
Parole che cambiano la vita
Se mi fermo a pensare alla mia vita intrecciata con Dio e con i fratelli, tre parole mi risuonano nel cuore: STUPORE, PIENEZZA e UMANITA’.
Sono chiari, vivi, i tanti ricordi del mio incontro con il Signore a 20 anni.
Un paese della Sicilia, persone che mi hanno accolto con il sorriso, e una Parola che mi ha cambiato la vita: “Padre perdonali perché non sanno quello che fanno”.
Stupore per un Dio tutt’altro che lontano o assente, ma uomo, con un volto, una voce, che attraversa strade e, soprattutto, un Dio capace di grande misericordia.
L’immagine che avevo di Dio veniva cancellata: dove era il giudizio, il terrore? Solo Parola che salva, apre il Paradiso e ti fa fare esperienza di perdono.
Per una persona come me, cosiddetta lontana dalle cose di chiesa, diventava un passo importante cominciare a credere, e quindi subentrava stupore, meraviglia, desiderio di conoscenza e incontro.
Come assetata, mi sono immersa nell’ascolto della Parola, ho cominciato a frequentare ambienti a me sconosciuti come la parrocchia, mi sono inserita nel Movimento Pro Sanctitate, e in questi luoghi dello Spirito ho scoperto la pienezza: si può vivere al massimo, con tutte le energie possibili, non si può camminare senza una meta ma c’è per tutti un obiettivo certo… bellissimo: la santità.
E come farlo? Le vie sono tante, ma il Signore mi stava preparando ad una storia unica, originale, mai pensata prima: la consacrazione in un Istituto secolare: le Oblate Apostoliche Pro Sanctitate.
Dire si ad un Tu che sconvolge la vita non è facile, perché devi lasciare famiglia, paese, sicurezze di vario genere… ma è più grande cosa trovi, cosa abbracci: l’appartenenza a Dio, la vita fraterna, ricevere una famiglia grandissima, in cui non ci sono più parentele, amicizie, conoscenze ma soltanto figli del Padre e fratelli e sorelle con cui camminare insieme, di cui prendersi cura e soprattutto da cui lasciarsi ammaestrare, perché ciascuna persona insegna qualcosa alla tua esistenza.
Così mi raggiunge la terza parola: Umanità. Scopro quanto sia vitale donare attenzione, servire, dialogare con tutti, senza classificare. Umanità: quante esperienze di ascolto, di cammino, di accoglienza, di perdono reciproco, di vita non più solitaria o egoista, ma proiettata verso gli altri. A distanza di anni mi sento sempre accompagnata da queste parole, perché con Dio non si finisce mai di vivere lo stupore, perché non smetti mai di conoscerlo, di incontrarlo, di accogliere le sue sorprese.
La pienezza, perché quando sei in cammino, percepisci che cadi molte volte ma la meta rimane quella e, provi e riprovi, con la certezza che la mediocrità non può più avere il sopravvento e lotti per un di più, perché è Dio che te lo ha messo dentro.
E scopri che la tua felicità consiste nello stare dentro questa storia con Dio, con tutto quello che sei, con la tua piccolezza immersa nella grandezza del Signore. E l’umanità diventa la tua casa: chi non puoi raggiungere fisicamente diventa motivo di preghiera, e chi hai accanto è perla preziosa, terra sacra, di cui non puoi fare a meno.
Grazie Signore per la vita che mi hai preparato, dove non mancano i problemi, le sofferenze, ma in cui tutto è orientato, illuminato, accompagnato dalla Tua presenza che mi rende Oblata Apostolica Pro Sanctitate: offerta a Dio per l’apostolato della santità, senza un abito che mi contraddistingue, che mi presenta, ma con la speranza che parlino i miei gesti, le mie parole, che possa somigliare in qualcosa al Dio che mi ha creato e donato una vita da… Dio.