“Cristo ieri, oggi e sempre”: pubblicato nel 2001 raccoglie le meditazioni dettate dal Servo di Dio Guglielmo Giaquinta in un ritiro del 1989; in esse emerge la centralità cristologica della spiritualità di Giaquinta, il quale mette in evidenza come la presenza costante di Cristo sia il punto focale della storia e della vita degli uomini. Cristo al centro della spiritualità del ‘massimalismo’, con la sua vita e con il suo insegnamento ha indicato nella donazione totale di sé al Padre per i fratelli la via della santità, vissuta come risposta massima all’infinito amore del Padre. Il brano proposto ha il tono di un appello accorato del Servo di Dio di mettersi in ascolto attento della voce di Cristo per cogliere dalla sua ‘voce’ i suggerimenti che ci rendono capaci di discernere per agire, ma soprattutto per diventare sempre più conformi a Lui, ascoltare Cristo per costruire la Sua immagine dentro di noi.

Cristo ci chiede se vogliamo essere conformi a Lui.

Questo è il problema di fondo, perché una visione “estetica” di Cristo è facile averla: anche quelli che non hanno creduto in Lui molto spesso sono stati affascinati dal suo volto, dalla sua figura, ma non hanno mai pensato che quest’uomo volesse irrompere nella loro vita e trasformarla.

Ed è invece l’esigenza che ci interpella e che dobbiamo mettere davanti a noi in questo momento. Cristo non è per noi un estraneo, è dentro di noi con la sua grazia e vuole agire, vuole trasformarci radicalmente. E noi dobbiamo sentire la voce del Padre che ci dice: «Questo è il mio Figlio diletto, ascoltatelo» (cfr Mt 17, 5).

Se in tutta la nostra vita, nelle varie vicissitudini, nei vari momenti, riuscissimo a seguire realmente questa voce del Padre: «Ascoltatelo»…

Ascoltare Cristo prima di muoverci, prima di reagire, ascoltare che cosa Lui ci insegna con la sua vita, con i suoi esempi, con le sue parole … Allora gradualmente io arriverò alla conformazione a Cristo e Lui non sarà più un’immagine fuori di me, ma una realtà che si costruisce sempre di più dentro di me.

Noi dobbiamo costruire il nostro Cristo, costruirlo dentro di noi. Siamo troppo abituati a costruire la nostra personalità, il nostro io, i nostri interessi, i nostri gusti, e non pensiamo abbastanza a costruire Cristo nella nostra sensibilità, nei nostri interessi, nelle varie vicissitudini della nostra vita.

E ricordiamoci che Cristo non è un solitario, un uomo che ha consumato per conto proprio la sua vita, ma è un uomo che ha vissuto per noi. Ci ha detto: «Exemplum dedi vobis», e ce lo ha detto nel momento più significativo, più umiliante, il momento in cui si trasforma in schiavo, in servo: «come ho fatto io, così fate anche voi. Lavatevi i piedi» (cfr Gv 13).

Che significa volerci bene, amarci, sopportarci, cercare di comprenderci, aiutarci, servirci a vicenda. Gesù ripete: «imparate da me che sono mite ed umile di cuore» (cfr Mt 11, 29). Dove sta la nostra umiltà, dove sta la nostra mitezza, dal momento che siamo così facili a irritarci, a scattare, ad innervosirci.

Pietro, che aveva imparato la lezione, lui che era focoso come Giovanni e Giacomo, ci dice: «Cristo ha sofferto per noi per darci un esempio, affinché seguiamo le sue orme». Come il bimbo mette il piede sulle orme del padre, così anche noi dovremmo mettere i nostri piedi sulle orme del Maestro.

(G. Giaquinta, Cristo ieri oggi e sempre, 27-29)