L’itinerario del magistero di Papa Francesco è stato assimilato al “poliedro della gioia”.

La gioia del Vangelo (EG), la gioia nella famiglia (AL), la gioia della creazione (LS), la gioia della chiamata alla santità (GE) sono i lati che ne definirebbero i contorni: l’umanità deve ritrovare le vie della speranza, della gioia e della salvezza negli ambiti specifici del suo vivere. Il Signore chiede tutto, scrive il Santo Padre, ma quello che offre è la felicità per la quale siamo stati creati.

Potranno diversi e eruditi trattati sulla gioia e sulla speranza cristiana convincere questa umanità confusa? Potranno raffinati ragionamenti teologici convertirla? Potrà una chiamata teoricamente ben affermata trasformarsi in una chiamata realizzata? Molto complicato…

Può la vita di molti fedeli laici “cristificare” la Chiesa e trasformare la polis? Certamente.

Ognuno per la sua via, non ci sono regole fisse per tutti, solo molte forme sante di testimonianza.

Contagio… è un termine ambivalente: generalmente ne faccio prevalere l’accezione negativa.

Mi contagia qualcosa che non ho scelto e produce degli effetti su di me, mi provoca malattia, mi indebolisce. Il contagio viene da ciò che non conosciamo, ha una causa non calcolabile, si genera magari da contatto con un terzo portatore di una contaminazione… Gli effetti del contagio in senso letterale ci fanno paura, non li abbiamo scelti e non li controlliamo. 

Eppure il contagio “positivo”, ovvero la vicinanza dell’altro a me, l’incontro con colui che ancora non conosco o che tutti i giorni è con me, apre una nuova e diversa accezione del termine. La nostra vita è toccata, profondamente, dall’incontro con gli altri. Questo tipo di contagio non toglie né vita, né forze, né gioia, né ci fa ammalare. Tutto il contrario… .

La luminosità di San Francesco, di Santa Teresa di Calcutta, di Santa Caterina da Siena… il contagio degli uomini e donne di Dio… di quelli che non si possono guardare senza vederLo, di quelli che non si possono ascoltare senza sentirLo, apre un varco nel nostro mondo abituale, nelle certezze rassicuranti. Questi incontri ci contagiano, ci toccano, ci mettono in movimento in una direzione che prima semplicemente non riuscivamo a vedere da soli.

Il contagio così considerato genera, apre, include, attira, protegge, difende e fortifica. Paradossalmente immunizza anche delle nostre follie individuali.

Il tema del cammino di formazione permanente dell’anno apostolico 2018-2019 del Movimento Pro Sanctitate “Uno più uno: la santità è contagiosa”, seguito dalle sottolineature proposte dalla Presidenza Internazionale del Movimento, collega in un’unica frase due aspetti fondamentali del nostro carisma: la chiamata alla santità è un cammino da fare “uno più uno”, come dice Padre Guglielmo, da fare “a due a due” come scrive Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica “Gaudete et exultate”, ed è rivolta a tutti e da testimoniare a tutti perché Dio ha per ognuno un amore esclusivo.

Questo amore esclusivo di Dio chiama la vita dell’uomo a cambiare, ne tocca le corde più intime, la contagia, la risana, la irradia e la realizza. “Il cristianesimo è fatto soprattutto per essere praticato e se è anche oggetto di riflessione ciò ha valore solo quando ci aiuta a vivere il Vangelo nella vita quotidiana”. (GE 109)

La risposta dell’uomo a questo amore del Padre trasforma e contagia di carità e di bene ciò che gli è intorno.

La chiamata alla santità cresce e si concretizza, con la grazia dello Spirito Santo, attraverso i piccoli passi possibili di Chiara Corbella, attraverso il genio femminile di tante donne che hanno sostenuto e trasformato le loro famiglie e le loro comunità con la forza e la perseveranza della testimonianza e attraverso le vite instancabili e operose di tutti quegli uomini che hanno costruito quel “noi” della Chiesa di Dio senza esitazioni e senza paura di perdere

Nicoletta Sechi