Se mi avessero detto che da grande avrei fatto parte di un Istituto Secolare mi sarei fatta una grande risata …eppure eccomi qui oggi: sono una Cooperatrice nell’Istituto delle Oblate Apostoliche Pro Sanctitate.

Si può dire che faccio parte del Movimento Pro Sanctitate sin dai verdi anni della mia adolescenza e qui sono cresciuta dal punto di vista umano e spirituale. Mi andava bene e non sentivo affatto l’esigenza di un di più.

Quando ho incontrato l’uomo che sarebbe poi diventato mio marito non ho capito nulla, ero innamorata e il mio obiettivo era costruire una vita insieme. Ci siamo sposati nel Signore. Dopo i primi anni di matrimonio il nostro orizzonte si è allargato con l’arrivo della prima figlia, e subito dopo della secondogenita. Non c’eravamo più solo io e lui, ma la nostra famiglia era diventata realmente un noi. L’esperienza incredibile della maternità ha cominciato a scavare inconsapevolmente dentro di me quel vuoto che solo il Signore poteva colmare. Essere madre è una esperienza così coinvolgente e totalizzante, ti senti nello stesso tempo onnipotente eppure fragile, senti che la tua creatura è un dono immenso di Dio Padre, e tu sei uno strumento nelle sue mani creatrici. Sei solo un mezzo, sei nulla.

Io non cercavo il “di più”: era il Signore a volere il massimo da me. Non ho potuto ne voluto dire di no alla Sua chiamata a diventare Cooperatrice, e così ho emesso le mie promesse di Disponibilità e Apostolato e sono entrata a far parte di questa bella famiglia costituita da consacrate laiche (le Oblate) e da membri associati (le Cooperatrici). Queste ultime sono donne sposate che hanno particolare cura per l’apostolato nella propria famiglia e nelle famiglie. Il particolare dono che la Cooperatrice porta nel suo specifico apostolato è la grazia del sacramento del matrimonio. Essere una Cooperatrice ha illuminato di luce nuova il mio Matrimonio che pur sempre rimane la vocazione fondamentale della mia vita, ma viene vissuto secondo una prospettiva diversa, più ampia e più profonda. Quanta fatica richiede la vita in famiglia: comprensione, accoglienza, sopportazione e un amore sconfinato che supera tutto. Fare questo cammino sostenuti dalla famiglia spirituale è un grande aiuto e sostegno e il confronto ci aiuta ad evitare il rischio che la nostra proposta sia disincarnata. Con la vita dobbiamo annunciare agli altri il desiderio del di più, la risposta all’infinito amore ricevuto ed accolto.

 Santina Mitra Spanò