È una domanda un po’ bislacca e anche provocatoria. Può il cuore andare in pensione?

Un cuore che ama, che loda, che ringrazia, che opera? Senza il cuore tutto sarebbe morto. Perciò l’Oblata Apostolica non va mai in pensione, perché la sua “pensione” sarebbe la chiusura definitiva di tante altre realtà che senza il cuore sarebbero morte.

L’antichità ci ha consegnato un saggio apologo del console romano Menenio Agrippa. 

Un giorno le membra tentarono di ribellarsi contro il capo e fu la fine della concordia. Si accorsero del danno e così ritrovarono l’unità.

Bisogna ritrovare l’unità intorno al cuore: nella famiglia Pro Sanctitate, nel Movimento Pro Sanctitate, nell’Istituto delle Oblate Apostoliche.

Il cuore muove l’intelletto se questo è capace di intelligere (capire) la verità delle realtà, di comprendere, ciò di abbracciare tutto nell’amore, di vivere e operare secondo l’amore.

Il cuore è mosso da una verità assoluta: Siate Santi perché Io il Signore sono Santo. Da qui nasce la contemplazione che fa unità nel creato, fa unita fra Cielo e Terra, fa guardare il mondo come lo guarda il buon Dio.

Contemplazione, unità, pace. Sono i doni che Gesù verbo incarnato ci ha inviato come rugiada che scende dall’Alto.

La pensione? Ma come è possibile se il corpo senza il cuore è morto.

Ninni Mazzei