Per entrare a far parte di un gruppo, di un’associazione, di un movimento, occorre partire sempre da un incontro, che fa nascere o risvegliare un desiderio, forse anche solo inizialmente una semplice curiosità.
Ripenso spesso alle parole di S. Agostino: “Ho paura del Signore che passa, senza che io me ne accorga” e sono sempre stata convinta di aver incontrato più volte nella mia vita delle persone speciali e preziose, persone che mi hanno parlato di Dio, di verità, di libertà, di misericordia, di gioia che dura, anche se non sempre sono stata in grado di riconoscerle immediatamente come “santi” e di contemplare Dio in loro.
Avvicinarmi al Movimento Pro Sanctitate è stato inizialmente come accostarmi, in punta di piedi, ad una realtà che vedevo un po’ lontana da me; mi ritenevo credente e frequentavo regolarmente i Sacramenti ed alcune attività organizzate presso la Chiesa di Cristo Re; vedevo ed ascoltavo, in coloro che facevano parte del Movimento Pro Sanctitate e che proponevano varie iniziative di formazione nella Parrocchia in cui vivevo e vivo tutt’ora, persone molto impegnate in un ideale – la santità – che avvertivo però come astratto, non facilmente percorribile e realizzabile da uomini e donne comuni.
L’occasione per approfondire la conoscenza personale della realtà del Movimento avvenne durante un’esperienza di fraternità, organizzata per la preparazione del Sacramento della Cresima di mio figlio Paolo, a cui eravamo stati invitati anche noi genitori dei ragazzi. Gli animatori del Movimento ci avevano invitato a riflettere sulla bellezza di stare insieme nel nome di Gesù, sulla gioia di condividere momenti importanti della vita dei nostri figli – tra cui i Sacramenti – come tappe di un percorso di crescita personale e comunitaria, dove ognuno è parte determinante di un insieme ed ha un ruolo, per il suo piccolo contributo di esperienze personali e di vissuto che – se messo in comune – può arricchire gli altri. Mi aveva colpito la semplicità dell’approccio, la fraternità che si era facilmente creata, la facilità di poter parlare apertamente di Dio, di santità, di possibilità di una “santità comune”, quella che Papa Francesco avrebbe definito “della porta accanto”, non riservata solo a persone straordinarie, ma incarnata e percorribile nell’ordinarietà della vita di ogni giorno.
Nel tempo, ho avvertito sempre più l’esigenza di avvicinarmi alla realtà del Movimento, di approfondirne il carisma, di conoscerne meglio le attività ed ho così iniziato a frequentare ed a partecipare a varie iniziative, sia con i ragazzi, sia poi attraverso incontri di formazione e condivisione di argomenti di fede presso la Betania di Imperia, sia ancora successivamente come “aiuto catechista” della Parrocchia di Cristo, sotto la guida di un’Oblata e di un’amica Cooperatrice, che sentivo come “sorelle maggiori”. Così, gradualmente, mi sono accostata a questa nuova Famiglia spirituale ed ho con gioia scoperto – perché si è trattato proprio di una scoperta – i carismi più profondi dell’ideale della Santità Universale, del massimalismo evangelico e dell’essere dono, proposti dal Servo di Dio e nostro Padre Fondatore Guglielmo Giaquinta.
Il percorso è continuato con l’essere accolta – in qualità di Associata – da parte del Movimento Pro Sanctitate, in cui mi sono sentita parte di questa bella realtà umana e spirituale e ne ho iniziato a sperimentare le attività, con l’adesione e la partecipazione ad iniziative di formazione, di apostolato, di preghiera, di condivisione, di testimonianza, sempre sotto la guida, la collaborazione e la disponibilità delle Oblate e di altri membri del Movimento. Lo scorso anno, insieme ad un’amica conosciuta proprio all’interno della Pro Sanctitate, abbiamo espresso la volontà di iniziare la preparazione per diventare Cooperatrici all’interno dell’Istituto delle Apostoliche.

Sono convinta che la grazia di Dio ci indichi e mi indichi personalmente un percorso da seguire, nella libertà di ogni chiamata individuale e mi ponga costantemente accanto delle persone, che possono essere di volta in volta, guida, segno, aiuto, monito, in questo cammino.

L’appartenenza al Movimento Pro Sanctitate ha segnato senza dubbio una “svolta” importante nel percorso di fede e di vita, credo anzi una vera e propria conversione, perché mi ha aiutato ad iniziare e vivere la fede cristiana con maggior coraggio e consapevolezza, ad impegnarmi di più, per portare l’esperienza di Cristo nella vita di ogni giorno, in particolare in famiglia, nell’educazione dei figli, nei rapporti con mio marito ed i miei cari, nelle relazioni, nelle amicizie ed anche nel lavoro, dove avverto ci sia tanto bisogno di dialogo sincero, di testimonianza cristiana, di fraternità e solidarietà, perché credo che l’ambito bancario in cui svolgo la mia attività lavorativa sia – di fondo – molto arido.
Frequentare il Movimento ed approfondire personalmente le riflessioni proposte e le esperienze vissute insieme, mi hanno gradualmente aiutata a vedere gli avvenimenti ed i rapporti con le altre persone sotto una luce diversa e con occhi più maturi, a cercare di lamentarmi di meno, a pregare di più e sopportare con più pazienza i miei tanti limiti e quelli degli altri, ad accogliere le mie e le altrui fragilità, come un dono per tentare di reprimere orgoglio e superbia ed aspirare ad essere più umile, disponibile ed accogliente alla volontà di Dio ed alle Sue sorprese.
Sono ancora lontana dagli ideali del nostro Fondatore, ma sono convinta che la conversione sia una svolta, che inizia con un incontro – anzi “l’incontro” per eccellenza con Gesù -, che avviene in momenti ed attraverso persone particolari, ma che richieda poi ogni giorno, per progredire, impegno, preghiera, grazia, costanza e perseveranza. Credo anche che le mie debolezze, i limiti e le fragilità siano piccoli scalini da superare, senza stancarmi e con la fiducia che Gesù si sia fatto uomo, proprio per portare insieme a me errori e fatiche, che da sola non riuscirei mai a superare.
E’ bello avere fiducia che Dio, nella Sua infinita misericordia, consideri ognuno di noi, nessuno escluso, come persona preziosa, amata, unica e destinata alla santità, a cui è riservata la grazia di condividere con Lui l’amore del Padre ed è bello credere che ognuno di noi possa essere partecipe, anzi responsabile, perché fratello o sorella in Gesù, della santificazione e della gioia delle persone che incontra e che gli sono state poste accanto.
Mi fa piacere ricordare un pensiero di Padre Giaquinta, ripreso da San Giovanni, che vorrei riuscire più spesso a testimoniare: “Oportet Illum crescere, me autem minui” – “Egli deve crescere ed io al contrario diminuire”. Se riuscissimo sempre di più ad immergerci in questo senso della nostra strumentalità, del nostro servizio, capiremmo che è Lui che deve crescere, non noi; che dobbiamo affermare e far trionfare non il nostro pensiero, ma il Suo pensiero, non il nostro, ma il Suo amore, non il nostro, ma il Suo regno, non la nostra, ma la Sua personalità.  (G. Giaquinta).
Un grazie di cuore a tutte voi di essere vicine nel cammino di vita, insieme a Gesù.

Claudia Mao Vadagnini