“Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato?
Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore!” (Sal 115)
“Hai reso la tua promessa più grande di ogni fama!” (Sal 137)

Con questi versi del salmista, desidero rendere grazie al Signore che l’8 maggio scorso mi ha fatto dono del primo passo all’interno della famiglia delle Oblate Apostoliche. In questo tempo particolare di emergenza Covid-19, sono stata ospite della comunità di Calino per circa due mesi e ho potuto maturare la consapevolezza di quanto già chiesto in occasione della Festa del Cuore Immacolato di Maria della Fiducia. Credo che questo tempo in preparazione al mio ingresso possa riassumersi in tre parole/verbi: ringraziare, per tutto quello che il Signore, la mia famiglia, i fratelli e le sorelle che mi si sono fatti prossimi lungo la strada della vita, mi hanno regalato gratuitamente, anche se pagato a caro prezzo; ricordare la storia che Lui ha scritto con me come storia di salvezza per me e per altri in ogni singolo istante vissuto; testimoniare con la vita e con l’annuncio, il volto di un Dio Amore-Misericordia, che mi ha amato dall’eternità e che continua ad amarmi e a volermi santa, figlia, suo canale d’amore per tutti, non nonostante i limiti e le fragilità, ma proprio attraverso di esse, lasciando che Lui le trasformi da ostacolo in occasione di incontro e di relazione d’amore con Lui.

Queste tre parole hanno accompagnato il mio cammino di questi ultimi anni e mi hanno permesso di giungere con cuore pacificato e rinnovato al mio primo impegno, per poter iniziare bene il mio itinerario di formazione.

La celebrazione eucaristica di quella giornata è stata accompagnata da una sobrietà e da una essenzialità che mi ha permesso di riscoprire il valore intimo, ma allo stesso tempo, veramente apostolico di ciò che stavo per compiere. La celebrazione privatissima infatti, è stata seguita da una “folla” di sorelle che da tutte le parti d’Italia, in modi diversi, sono rimaste in comunione piena e gioiosa con me e con la comunità.  Il clima di festa semplice e familiare che ne è seguito, mi ha restituito ancora una volta la gioia di una appartenenza evangelica alla comunità di coloro che il Signore chiama come sue discepole e testimoni nella Chiesa e all’intera umanità.

Alessandra Privitera