Questo tempo che stiamo vivendo non si è inaugurato come solitamente accade nella mia routine estiva, divisa tra famiglia, viaggi, esperienze, incontri e tempo di intenso nutrimento spirituale; questa estate è cominciata nella solitudine-isolamento dettato dal covid-19 e cioè in quarantena, con un rientro a casa abbastanza insolito e faticoso, con una modalità di lavoro e di approccio agli altri diversa e totalmente nuova. Proprio quando pensavo che questo tempo di vacanze non avrebbe avuto niente di particolare da riservarmi, è giunta la notizia di un intervento tanto desiderato e atteso per mio padre: il trapianto di rene. Comincia così e ancora oggi continua per me, per le mie sorelle e per mia madre un tempo di accompagnamento fisico, psicologico e spirituale nei confronti di mio padre, avvicendandoci nello stargli accanto e nell’assisterlo concretamente tra ospedali, medici e timori, ansie, dubbi e preoccupazioni. In ultimo, ma non da ultimo, la notizia di non essere stata ammessa al tanto desiderato corso di esercizi spirituali che da qualche anno a questa parte colora e riempie le mie estati, come tempo più intenso e vivace di relazione con Lui, l’Amato, da gustare nel silenzio, nella preghiera e nel confronto spirituale con la Parola di Dio. Di fronte a tutte queste vicende, intravedevo il pericolo, sempre più in agguato, di lasciar perdere tutto, rassegnata e lasciandomi andare; eppure ho colto dentro di me i segnali di una sfida, di una provocazione da parte del Signore, a leggere tutto quello che mi sta avvenendo come un’occasione per un passaggio e una maturazione nella fede e nella relazione con Lui.
Forse non ho ancora ben capito quale sia la novità di vita che attraverso queste vicende, il Signore mi invita a fare mia; so soltanto che finalmente, quando ho lasciato che la vita mi abbracciasse senza troppi programmi o progetti o abitudini prestabilite, lì è scattato l’abbandono.
Questa parola è stata spesso legata per me ad un atto quasi inconsapevole e poco ragionevole; stavolta invece ha acquistato un sapore e un colore diverso, totalmente nuovo, perché sperimentato per la primissima volta: il gusto di un Dio che non nonostante, ma attraverso e dentro tutto ciò che ho vissuto e sto vivendo, continua ad abbandonarsi a me, a lasciarsi impigliare dentro ogni cosa pur di incontrarmi, che ha tanto caro il valore della mia libertà da divenire quasi una Presenza invisibile, che si mescola e si aggroviglia nelle più disparate vicende, nelle lacrime e nelle risate, nel frastuono delle città e nel silenzio della natura, nei mari più calmi e dentro le tempeste…e lascia che ogni cosa- parola-persona continui ad essere messaggero silenzioso e il più delle volte inconsapevole, di Lui che mi grida e sussurra…TI VOGLIO BENE…SONO QUI CON TE!
Alessandra Privitera