Se c’è una cosa che Dio Padre ha saputo fare in modo superlativo (d’altronde Lui è Dio!) con il Natale di Gesù, con l’Incarnazione del suo Figlio, è di aver accorciato, anzi eliminato, le distanze tra cielo e terra, di aver avvicinato al massimo l’Amore per eccellenza e la nostra natura piccola e fallibile. “Nessun grado di separazione”! Questo sposalizio, questo “una caro” con l’umanità, sempre voluta, cercata, rincorsa e recuperata, con la venuta di Gesù arriva alla forma estrema, raggiunge il top. Incredibile Dio, che sa stupire ed escogitare un’azione di unione e di presenza d’amore che scardina ogni parametro umano e ha il potere di rivoluzionare la storia e ogni vita che si apre alla sua Redenzione con cuore libero e aperto.
La vita “in rivoluzione” e “nessun grado di separazione”: questi due aspetti emergenti nel mistero del Natale interpellano profondamente il mio essere Oblata Apostolica, li sento vivi e vocanti dentro il carisma di ogni Oblata Pro Sanctitate. Conoscere, amare, comprendere, aiutare il mondo così com’è, nella sua luce e nella sua complessità, senza distinzioni e separazioni, il mondo così straordinariamente amato da Dio sino a farsene creatura; avere cura ed attenzione per ogni persona, ad una ad una, quelle più vicine incontrate ogni giorno, e quelle che abitano la terra ovunque siano, ma per le quali ogni giorno vale la pena ripetere: “Ti offro Signore il tempo e la vita”.
Il Natale, anche questo del 2020, così critico e tribolato, è invito ed appello per me a fare rivoluzione dentro la vita quotidiana, banale, nascosta, la vita qualunque, dove Dio ha scelto di stare con noi: lì sono chiamata a riconoscerlo, a scovare la Sua presenza e trasformare tutto in amore
Gesù è venuto ad abbattere ogni distanza: nella mia precisa vocazione di offerta e impegno per la santificazione di tutti, di partecipazione al Suo amore totale e redentivo, io per prima sono chiamata ad allargare continuamente gli orizzonti della mente e del cuore, a cercare Dio e lasciarmi trovare da Lui, nei luoghi della vita più semplice e ordinaria: mentre trascorro le ore di attesa fuori dell’Ufficio postale, con tanta altre gente che ha pacchi natalizi da spedire, pratiche da sbrigare, e dietro ogni mascherina c’è un volto, una persona da rispettare; nei difficili distanziamenti da mantenere al mercato, dove un gesto di gentilezza, uno sguardo di attenzione può riscaldare il cuore, può strappare un grazie, può far sentire più umani; nel tempo anche faticoso davanti al computer per i moltiplicati incontri e contatti on line, di lavoro, di apostolato, di preghiera, di formazione….dove concentrare l’ascolto, dove esserci totalmente per chi hai di fronte, tramite un video o una chat. Gesù, Dio che si fa uomo, sta in mezzo alla gente, si nasconde, si confonde, non fa clamore: ha inaugurato e rinnova sempre, ad ogni Natale, questa via di donazione, di annuncio, di trasformazione interiore e sociale.
Così vuole che lo segua, nel tutto anonimo e silenzioso di ogni giorno, in cui provare ad investire creatività e dono, perché il mondo sia santo, perché possa accogliere totalmente la Sua iniziativa sproporzionata di amore e salvezza per tutti.
Mirella Scalia