“La tristezza è lo sguardo su di sé, la gioia è lo sguardo su Dio”: le parole di Augustin Guillerand (+1945) ci aiutano a contemplare la presenza di Dio in noi, la vita eterna che è già cominciata. Siamo fatti per Dio, abitati dal suo Spirito: questa è la nostra fede, questa è la nostra gioia!

Il cuore libero

Ti ho citato una bella massima che ho copiato già da lun­ghi anni e che molto spesso mi rammento: «La tristezza è lo sguardo su di sé; la gioia è lo sguardo su Dio!». Medita queste parole, e vi troverai il segreto della felicità. Le anime soffocano perché sono strette; e sono strette perché restano nei limiti del loro piccolo “io”. È più che naturale che man­chino d’aria in questa prigione. Bisogna uscirne. Noi siamo più grandi di noi; ecco perché soffriamo quando rimaniamo in noi. Noi siamo grandi come Dio, ma a condizione di entrare in lui. Tutto ciò potrebbe sembrare molto complicato e misterioso… No! Sono le nostre parole che non sono in grado di tradurre queste realtà semplicissime. Per questo bisogna moltiplicarle; e malgrado il loro grande nu­mero, fanno più da veli che da luci. Felicemente possiamo farne a meno, la fede li sostituisce con grande vantaggio.

Bisogna credere che Dio è nel fondo della tua anima, che egli vive la sua vita eterna se tu sei in grazia, che dunque la tua anima è una chiesa (tempio dello Spirito Santo), un tabernacolo, che quando tu ti volgi verso di lui con la con­fidenza e l’amore, tu hai con lui dei rapporti, che questi rap­porti sono la vita eterna.

Tu lo fai vivere in te grazie a questi rapporti come egli vive in cielo. La tua anima dunque è divenuta, unicamente per un atto di fede e di carità, un vero cielo. Ma è stato necessario uscire da te, pensare a Dio invece di pensare a te, far saltare la serratura della prigione stretta e oscura, e così entrare in un orizzonte immenso che la sofferenza, la separazione, la morte non limitano.

Usciamo da noi! Entriamo in Dio!  

(tratto da Un itinerario di contemplazione. Antologia di autori certosini)